In collaborazione con Kaos Teatro
IL COLTELLO IN TASCA
Uno spettacolo sul bullismo
Spettacolo vincitore del “Premio Ribalta Teatro 2010”
Drammaturgia e Regia: Angelo Callipo
Scene: Ennio Ecuba e Veronica Netti
Disegno luci: Alessandro Messina
Attori in scena: Mariano Massa, Maurizio Azzurro, Antonio Vitale, Francesca Porzio
Ci sono tanti modi per sentirsi sicuri. A volte basta avere un coltello in tasca. Basta averlo sin dai tempi della scuola. Con quel coltello puoi imporre la tua volontà, puoi far sentire gli altri più deboli, puoi convincere te stesso di essere importante. Ma quel coltello può diventare anche facilmente l’unico filo rosso che unisce ogni gesto della tua vita.
E’ quello che accade al protagonista dello spettacolo. Cresciuto, sin dai banchi di scuola, con la spregiudicata sicurezza che un coltello possa risolvere ogni cosa, egli continua a mettere in pratica atteggiamenti spavaldi e comportamenti arroganti propri di chi confida appunto in un coltello più che sulla propria ragione. Tuttavia, un incontro inaspettato cambierà all’improvviso il corso della sua vita, mandando in frantumi una sicurezza che spesso è solo di facciata e facendo emergere quelle debolezze che per lunghi anni sono state semplicemente rimosse, ma che appartengono ad ogni uomo.
Tutto lo spettacolo, pur partendo dall’idea di un racconto di Moravia, dipana una storia del tutto originale, nel corso della quale il protagonista scopre lentamente e sorprendentemente che l’essenza più profonda dell’uomo non risiede nella capacità di costruirsi una maschera, bensì nel dare spazio a quello che si è veramente, aprendosi in tal modo la strada ad un futuro nuovo e sicuramente migliore.
Conoscere se stessi è l’unico modo per gettare via un coltello che per troppo tempo si è tenuti in tasca.
PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERO
Parole e voci per Don Peppino Diana Prete Buono
Drammaturgia e Regia: Angelo Callipo
Attori in scena: Maurizio Azzurro, Gennaro di Colandrea, Paola Maddalena, Geremia Longobardo
Il 19 Marzo 1994 veniva ucciso a Casal di Principe don Peppe Diana. Veniva ucciso nella sua Chiesa, mentre si apprestava a celebrare la messa. Senza nessuna pietà i sicari mettevano fine alla vita di un prete buono, mite, ma che aveva osato alzare la voce contro il clima di intimidazione imposto dai clan in tutto l’agro aversano. I Casalesi non tollerano intromissioni e l’uccisione di don Peppe è un segnale per tutti.
Lo spettacolo ripercorre la storia e le battaglie di questo prete coraggioso che ha speso la sua vita per quello che considerava “il suo popolo” e per amore del quale non avrebbe mai taciuto. Il suo sacrificio ha, però, aperto la strada ad una volontà di riscatto e di ribellione. In questa nostra terra, così spesso bagnata dal sangue, è cresciuta da quel 1994 la voglia di dire basta, di opporsi, di non piegare la testa. Don Peppe Diana è dunque il simbolo di una lotta che non può e non si deve arrestare, la lotta per una coscienza civile nuova e libera, per questo motivo la Regione Campania ha introdotto nel calendario scolastico regionale una giornata in ricordo di Don Peppe Diana proprio nel giorno della sua uccisione, cioè il 19 marzo.
Ricordare è necessario, ma ancor più necessario è permettere a tanti giovani, che in quel lontano 1994 probabilmente non erano ancora nati, di toccare con mano un esempio di coscienza civile che nessun proiettile potrà mai cancellare.